B1 Girone A

Fenera ’76 Chieri: Max Gallo firma per altri due anni!

max gallo chieri

max gallo chieriChieri ’76 & Max Gallo, una storia d’amore lunga cinque anni che continuerà per almeno altre due stagioni. Non c’è bisogno di attendere oltre per annunciare la permanenza sulla panchina biancoblu del tecnico savonese che ha prolungato di altri due anni il suo rapporto con il Chieri ’76. Una grande sintonia costruita giorno dopo giorno.

Max, l’annata 2014-2015 è conclusa da pochi giorni. Quali sensazioni ti lasciano i play-off terminati con la promozione di Porcia?
«Le due squadre che sono salite in A2, Settimo e Porcia, hanno sfruttato il fattore campo alla grandissima: questo è un dato di fatto indiscutibile. Noi venivamo da un percorso più lungo e difficile, questo ha creato delle problematiche. Il gioco che abbiamo espresso nei play-off è stato di buon livello. Porcia è un’ottima squadra, con giocatrici più esperte abituate a partite di questo genere, eppure ce la siamo giocata alla pari. Oltre alla loro forza, sicuramente il fattore campo e l’alternanza del pallone hanno inciso sul risultato finale».
Un rammarico per gara3 persa sabato?
«Non siamo riusciti a fare quello che ci eravamo proposti: aggredirle al servizio e lavorare in fase break in un certo modo. Su questo aspetto siamo stati sovrastati. Hanno servito molto meglio di noi e hanno avuto più qualità nel gioco, soprattutto nel cambio palla rispetto a gara2. Il piccolo rammarico può essere il terzo set, magari gestendolo meglio si poteva riuscire a vincerlo. Ma alla fine ha vinto la squadra che più ha meritato di vincere la serie».
Un voto a questa stagione?
«Siamo sull’8, 8 e mezzo. Ci è mancato il risultato, ma abbiamo lavorato anche in condizioni difficili dovendo affrontare diversi problemi, a cominciare dai tanti infortuni nella prima parte di stagione. Abbiamo superato ogni difficoltà, e quando siamo caduti ci siamo sempre rialzati, eccome se l’abbiamo fatto. Siamo anche riusciti ad alzare l’asticella per quanto riguarda i risultati, centrando la final four di Coppa Italia per il secondo anno di fila e arrivando a un soffio dall’A2».
C’è una partita di questa stagione che ti ha lasciato qualcosa in più delle altre?
«Quella con Pinerolo nell’ultima giornata della regular season. Io ero squalificato in tribuna. La squadra, insieme a Ivana e allo staff, ha mostrato una sua maturità e soprattutto la sua forza. Quella vittoria ci ha aiutato a prendere coscienza del lavoro fatto durante l’anno, anche se personalmente non avevo dubbi».
Dopo la negativa parentesi della final four di Coppa Italia si è immediatamente vista in campo una reazione. Cosa è scattato?
«La chiave di volta è stato guardarci negli occhi, dicendoci quello che dovevamo dire. Ci ha dato la possibilità di tirare fuori quel che avevamo dentro».
Per puntare con ancora più convinzione all’A2, in cosa ritieni che il Chieri ’76 possa migliorare e in cosa debba migliorare?
«Quest’anno ci è mancato veramente poco. Forse un po’ di fortuna. Se pensiamo che una società “anziana” come Settimo è salita dopo tanti anni che ci provava, e che quest’anno su sei partite con loro ne abbiamo vinte quattro noi… Senz’altro ci è mancata un po’ di continuità, anche per i tanti problemi fisici, e qui si torna al discorso della fortuna».
Qual è stata la qualità migliore del gruppo di quest’anno?
«Non ha mollato mai, e quando è caduto si è sempre rialzato. Fenomeni non eravamo. Abbiamo sempre lavorato sodo in palestra, pur con tutte le nostre difficoltà. A questo gruppo devo fare i complimenti di cuore: è la verità».
Un pensiero per lo staff che ti ha affiancato?
«Non posso che elogiare Ivana, Luca, Davide, Giorgia, e Alberto, una persona davvero eccezionale. Senza di loro non avremmo fatto quello che abbiamo fatto. Io, squadra e staff siamo stati un tutt’uno, lavorando in simbiosi e con fiducia reciproca».
Questo è stato una sorta di “anno uno” del settore giovanile. Paoletta Sandrone ha fatto parte stabilmente della prima squadra, e diversi protagonisti della prima squadra hanno lavorato con le giovanili. Cosa può dare la prima squadra alle giovanili? E cosa possono dare le giovanili alla prima squadra?
«Siamo all’inizio di un percorso che può dare tantissimo. I tecnici sono ottimi e non hanno nulla da invidiare a nessuno. La presenza di persone come Chiara Burzio è un valore aggiunto, può trasmettere esperienza e dare punti di riferimento. Credo che la cosa più importante sia lavorare per far crescere le giocatrici, non per cercare in tutti i modi il risultato. Se poi si lavora bene, si può arrivare a entrambe le cose. La crescita tecnica giovanile non è incompatibile con la ricerca del risultato a breve termine, ma le giocatrici devono fare i loro percorsi».
Il prossimo sarà il tuo sesto anno a Chieri. Cosa significa per te, da un punto di vista personale e professionale?
«Il fatto che il Chieri ’76 voglia continuare a lavorare con la mia persona è per me un motivo di orgoglio. A Chieri sto bene. La società mi ha sempre messo nelle condizioni di lavorare al meglio. Io faccio il mio, cerco di metterci entusiaso, professionalità, passione. Mi fa solo piacere poter continuare. In questi cinque anni qualcosetta abbiamo fatto. L’anno prossimo cercheremo di fare meglio e recitare un ruolo importante nella categoria, mettendoci tutto quel che abbiamo e cercando di metterci di nostro quel qualcosa che ancora ci manca».