B1 Girone A

Il Chieri ’76 porta il sitting volley in ospedale

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chieriIl Chieri ’76 porta la pallavolo da seduti in ospedale. E’ stato presentato presso il Centro Unità Spinale del Cto un’iniziativa che almeno in Italia non ha precedenti. Si tratta di un corso di sitting volley rivolto a pazienti ed ex pazienti del polo sanitario della Città della Salute di Torino. Ne è capofila il Chieri ’76.
Volendo trovare un inizio per raccontare questa storia, l’inizio sono i Giochi Paralimpici di Londra 2012, manifestazione che in Italia ha fatto scoprire il sitting volley a tantissime persone. Fra queste Filippo Vergnano e Gianni Tripodi, ma anche Monica Mellina, allenatrice di Casale Monferrato toccata dalla vicenda personale della sua cara amica Elena, una ragazza come tante con la passione per la pallavolo colpita a 13 anni da una forma molto aggressiva di cancro.
Affascinati da questa nuova disciplina, Filippo Vergnano e Gianni Tripodi coinvolgono i ragazzi di Vivere Sport e tanti altri amici, portano il sitting volley a Chieri e danno vita nell’ottobre 2013 al Chieri ’76 Sitting Volley, primo gruppo sportivo in Piemonte a praticare la pallavolo da seduti. Il caso ha voluto che in quegli stessi giorni la Fipav avviasse ufficialmente l’attività del sitting volley in Italia. Questa però non è stata l’unica coincidenza.
«Nel medesimo periodo siamo venuti a sapere dell’esistenza di un bando nazionale del Comitato Paralimpico – racconta Filippo Vergnano – Parlandone con Gianni Lacoppola, delegato delle Federazione regionale al sitting volley, e Silvia Bruno, presidentessa del Comitato Paralimpico piemontese, abbiamo coinvolto Monica Mellina e di lì a poco presentato il nostro progetto». «Il progetto iniziale era diverso, si limitava alla proposta di portare il sitting volley nel Regina Margherita – ricorda Silvia Bruno – Col tempo è stato esteso anche ai pazienti del Centro Unità Spinale, e ad altre realtà ancora allargando ulteriormente il raggio d’azione».
Morale della favola: il progetto viene premiato, risultando uno dei migliori 25 in tutta Italia. Il contributo di 4mila euro ottenuto dal Comitato Paralimpico servirà per acquistare l’attrezzatura e coprire le spese dell’attività.

chieri3In concreto, cos’è avvenuto al Centro Unità Spinale del Cto? Alla presenza delle dottoresse Maria Vittoria Actis, direttore del centro, e Laura Capponi, responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico di Cto e Regina Margherita, si è svolta un’esibizione dimostrativa di sitting volley. Ne sono state protagoniste le giocatrici del Fenera Chieri ’76 di serie B1, Gianni Tripodi, Monica Mellina e la giovane Elena. Al loro fianco pazienti ed ex pazienti della Città della Salute (Cto, Regina Margherita, Centro Unità Spinale, Centro della Spina Bifida), e gli studenti della facoltà di fisioterapia.
Subito dopo Pasqua inizierà quindi un corso settimanale in un’area polifunzionale del Centro Unità Spinale, già utilizzata per altre discipline sportive. Il corso verrà tenuto da Monica Mellina, unica piemontese in possesso del patentino federale da allenatrice di sitting volley, già assidua frequentatrice del Regina Margherita per un anno mentre assisteva Elena nella sua lotta col cancro. «L’esperienza di Elena mi ha insegnato che anche in quel contesto lo sport è uno strumento capace di unire e motivare i ragazzi – testimonia Monica – Nonostante le menomazioni fisiche, ho potuto osservare in loro una determinazione e una voglia di vincere assolutamente intatte. Basta poco, un pallone e una rete tesa in mezzo alla stanza, per avere qualcosa da raccontare e condividere la sera, beneficiarne nel corpo e soprattutto nella mente, trovare nuovi motivi per non arrendersi alla malattia».
«Vedremo quale adesione raccoglierà il corso, da parte nostra metteremo tutto l’impegno possibile perché ci teniamo moltissimo – sottolinea Filippo Vergnano – Il sitting volley è uno sport davvero bello a vedersi, inoltre è molto “democratico”, può essere praticato insieme da maschi e femmine, e si adatta a svariate forme di disabilità motoria nella parte inferiore del corpo anche per la sua valenza riabilitativa».
«Siamo davvero contenti di come sono andate le cose – aggiunge Silvia Bruno – Peraltro, nella dimostrazione di oggi è stato presentato un sitting volley particolare, giocato anche sulla carrozzina. Mi chiedo: così come tanti sport paralimpici vengono suddivisi in categorie diverse a seconda della disabilità, perché non pensare anche un sitting volley in carrozzina? Sarebbe bello poterne parlare con la Fipav e lavorare insieme a un’evoluzione del sitting volley che permetterebbe di coinvolgere un’altra fascia di persone disabili».